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lunedì 30 maggio 2011

Referendum 2011: una scelta consapevole

Nonostante le critiche e i tentativi di boicottaggio, ci stiamo avvicinando sempre più al fatidico referendum del 12-13 giugno. È impressionante constatare come molte persone (di tutte le età) non siano ancora adeguatamente informate sulle questioni che ci verranno poste. Per questo motivo credo sia giunto il momento di fare un po’ il punto della situazione, addentrandoci quel tanto che basta nella giungla dei quesiti referendari, non sempre molto comprensibili. Ricordiamoci, inoltre, che questo sarà un referendum abrogativo, per cui ci chiederanno di sopprimere in parte o totalmente leggi esistenti.
Ecco, dunque, una breve guida per non perdersi nei meandri della cabina elettorale.
I primi due quesiti sono strettamente collegati tra loro e riguardano la privatizzazione dell’acqua (affidamento e gestione dei servizi pubblici a privati e relative tariffe da applicare). Rispondendo SI dichiariamo che vogliamo che l’acqua resti un bene pubblico, di cui può usufruire anche chi non può permettersi di pagarla. 
Ed eccoci di fronte alla domanda più controversa: quella sul nucleare. In seguito ai tragici eventi che hanno visto il Giappone come protagonista, il governo ha deciso di congelare il referendum sul nucleare in modo da poter  riproporre l’argomento fra qualche anno. A tal proposito siamo in attesa che si pronunci la Cassazione, la quale stabilirà se dovremo rispondere o meno al quesito. In parole semplici ci chiederanno se attualmente è ancora necessario costruire in Italia 13 centrali nucleari per avere fonti di energia o è possibile trovare un sistema di approvvigionamento alternativo (eolico, fotovoltaico, ecc.)? Con un bel SI ci dichiariamo favorevoli allo sviluppo delle energie rinnovabili.
Il quarto quesito, infine, è sul legittimo impedimento, una legge licenziata dal Parlamento tra febbraio e aprile 2010 e corretta dalla Corte costituzionale a gennaio 2011 che, per 18 mesi dall'approvazione, permette al Presidente del Consiglio e alle alte cariche dello stato di non recarsi in tribunale a causa degli impegni di governo. Apponendo una X sul SI dichiariamo di volere che anche i ministri imputati e il premier rispettino le leggi esattamente come noi.
Non è poi così difficile, vero? Si tratta di contrassegnare le schede con quattro SI, tenendo presente che il referendum è una delle rare occasioni in cui si chiede al popolo di esprimere la propria opinione, la quale sarà presa in considerazione solo nel caso in cui si raggiunga il quorum (50% + 1 dell’elettorato attivo). 
Siamo chiamati in prima persona a rispondere di argomenti che ci toccano da molto vicino: non lasciamoci sfuggire quest’occasione di fare la differenza!

(articolo scritto per Il Sassolino puntoit)

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